IQ3DQ/P POTA I-0742
Il parco naturale delle Dolomiti Friulane è un'area naturale
protetta del Friuli-Venezia Giulia (Friuli occidentale), istituita
definitivamente nel 1996 come parco regionale ed esteso per 36.950 ettari, in
una zona delle Prealpi Carniche nota appunto come Dolomiti Friulane, in massima
parte ricadente nella ex-provincia di Pordenone e in minima parte nella
ex-provincia di Udine (bassa Carnia occidentale).
Risale al 1973 l'idea di istituire un Parco Naturale nel
settore occidentale della Regione Friuli-Venezia Giulia: tuttavia solo nel
triennio 1986/1989 venne stilato il piano di conservazione e sviluppo su
incarico della Regione e di concerto con i comuni interessati.
L'anno seguente i Comuni di Andreis, Cimolais, Claut, Erto e
Casso e Forni di Sopra adottarono il piano e il parco fu istituito con il nome
di "parco delle Prealpi Carniche"; successivamente, nel 1991, quando
anche il comune di Forni di Sotto entrò a far parte del parco, si creò un
comitato di coordinamento che si occupò dell'avvio gestionale dell'area
protetta. L'iniziativa di istituire l'area protetta fu quindi all'inizio
avviata dagli enti locali interessati. Nel 1996 infine, la Regione
Friuli-Venezia Giulia promulgò la legge regionale n. 42 del 30 settembre che,
in adeguamento alla normativa nazionale (L. 394/1991), istituì definitivamente
il parco naturale regionale delle Dolomiti Friulane.
Nel territorio coperto dal parco non rientra nessun centro
abitato: l'intera zona infatti è sempre stata molto scarsamente popolata, e
questo ha contribuito in modo determinante a lasciare intatto il paesaggio fino
ad oggi.
La Valle del Vajont è una valle alpina del Veneto e del
Friuli-Venezia Giulia, percorsa dal torrente Vajont, che confluisce nel Piave
in prossimità di Longarone, separando dal punto di vista orografico le Prealpi
Carniche (Dolomiti Friulane) a nord dalle Prealpi Bellunesi a sud, tramite il
Passo di sant'Osvaldo, con i rilevi principali rappresentati dal monte Toc e
dal monte Salta.
La nostra attività RADIO per il "MQC POTA Weekend
Inverno 2022" quest’anno si svolgerà dalla Diga del Vajont, Il cui ricordo
della tragedia amplifica la sua
risonanza storica a nostra memoria.
Per non dimenticare quell’assurda tragedia del 1963 ancor
oggi si effettuano visite guidate nelle zone più colpite dove rimangono dei
segni indelebili: oltre all’immensa frana, sacelli, chiesette, scheletri
architettonici e impressionanti pavimenti di case antiche che ogni anno gli
abitanti della valle puliscono dalle erbacce per farli riemergere insieme ai
ricordi delle vite che lì ci abitavano.
Chi vuole approfondire la storia dell’intera vicenda della
catastofe del Vajont ha la possibilità di effettuare le escursioni sui luoghi
della memoria che vi faranno conoscere i percorsi simbolo del disastro del
Vajont, alcuni nascosti, altri segreti dove entrare in punta di piedi.
Ricordare la vita antica che si svolgeva nei paesi di Erto e di Casso,
immaginare i lavori di un tempo, la semplicità delle serate intorno al fuoco.
Vedere quello che resta del lago e il continuo lavoro della natura che sembra
voler lenire queste cicatrici storiche facendo crescere piante, alberi e fiori
preziosi sulle pendici del Monte Tóc e sulla frana. Luoghi di memoria che,
insieme ai racconti delle Guide Naturalistiche delle Dolomiti Friulane, diventeranno
metafore di indignazione sulle quali riflettere per capire, per non
dimenticare.
La sistemazione della nostra “stazione” e’ stata programmata
proprio alle pendici del Monte Toc, ( il Monte crollato sulla Diga la cui
esondazione ha provocato migliaia di
morti nel Paese sottostante di Longarone ) dopo lo spiazzo della chiesetta, di fronte il
Monte Salta e il piccolo, ma suggestivo Paese di Casso, abbarbicato al Monte , dove
le case sono prevalentemente costruite con la pietra della cava.
Giunti sul sito alle 9.00, la sistemazione del dipolo e’
stata rapida, utilizzando per questa occasione il supporto del palo da
macchina. Iniziata subito l’attività in 40 ci siamo accorti dello skip lungo
che praticamente non ci permetteva di ascoltare le stazioni Nazionali a favore
delle stazioni più lontane. Nella banda e particolarmente in Grafia l’affollamento
era totale, il pezzetto riservato al QRP praticamente preso d’assalto da stazioni
molto potenti impegnate nel contest. Per ovviare al problema abbiamo dovuto
piazzarci a 7.047 per le prime chiamate in CW. Dopo qualche qso, siamo passati
in 30 metri per ovviare al contest collegando un paio di stazione europee. Alle
10.30 abbiamo tolto il dipolo e sistemato la verticale per la banda del 20
metri, sistemandoci in zona 14.060, con l’acquisizione di qualche QSO a livello
europeo, scarsi i segnali e poca attività anche in banda fonia, dove a
conclusione della nostra giornata abbiamo collegato uno spagnolo impegnato in
un’attività SOTA.
Purtroppo durante l’attività dovremmo avere acquisito un
paio di qso utilizzando il modulo log per il CW in vece della fonia, per cui
c’e’ ne scusiamo in anticipo se per un errore /distrazione nostra abbiamo
trasformato in telegrafisti un paio di colleghi. Non siamo riusciti a risalire
agli errori.
Concluse le nostre attività alle 13.00, con una sessantina
di QSO all’attivo, in un’area dal grande significato simbolico per noi tutti.