IQ3DQ/P POTA I-0118
A causa delle condizioni meteorologiche avverse la settimana
scorsa non abbiamo potuto attivare la Riserva Val Tovanella, riprogrammata quindi
per questo sabato considerato che le previsioni meteo davano un cambiamento del
tempo solo a partire dal tardo pomeriggio.
Conseguentemente avevamo previsto di entrare nella Riserva e
precisamente di raggiungere la Casera PESCOL salendo dal versante di Termine di
Cadore. Purtroppo in questa occasione per una indisposizione abbiamo perso
Enrico IK3HHV, e quindi ci siamo organizzati per suddividere i pesi degli zaini
in due.
Avendo nevicato la settimana scorsa a una certa quota
avremmo trovato la neve per cui abbiamo dovuto attrezzarci e questa volta
portare appresso anche i ramponi, indispensabili nel caso si trovasse del
ghiaccio in prossimità delle conoidi alluvionali, in modo da evitare potenziali
pericoli. Partiti alle 07:30 dalla frazione di Olantreghe, abbiamo lasciato la
macchina nella frazione di Termine di
Cadore e da qui preso il sentiero 1495 CAI in direzione Col delle Tosate, e successivamente proseguendo
per la casera Pescol.
La Casera si trova su un pianoro a 1166 m con buona
esposizione verso nord, e grande
visibilità verso il Sasso di Bosconero e le Rocchette. Come prevedevamo a circa
1000 m abbiamo incontrato i tratti nevosi continui lungo tutto il sentiero,
comunque percorso fortunatamente in sicurezza. Solo in prossimità del rifugio
abbiamo trovato circa 30 cm di neve. Raggiunta la casera Pescol col verso le
10:30, con un ritardo di circa mezz'ora rispetto all'orario previsto, abbiamo
sistemato le attrezzature all'interno e immediatamente provveduto ad accendere
il fuoco. Fortunatamente le nostre casere
e bivacchi sono sempre muniti di
legnatico in modo che l'escursionista possa trovare conforto anche durante il
periodo invernale.
Ma la casera Pescol è
stata costruita senza prevedere grandi sistemi di isolamento, per cui il calore
è servito solo a fornirci un temporaneo sollievo e ad asciugare gli indumenti bagnati.
Sistemato il dipolo multibanda e l’antenna verticale a bobina Iniziato le
attività in 40 m fonia e successivamente in 40 m telegrafia. Con nostra grande
sorpresa la copertura telefonica contrariamente alla volta scorsa era
garantita, addirittura con segnale 4G. purtroppo l'interno della casera la
temperatura era particolarmente rigida, sicuramente di parecchi gradi sotto lo
zero, per cui rimanere fermi per lunghi periodi alla radio non è stato
particolarmente semplice, fortunatamente ha seguito avevamo come sempre portato
una buona scorta di tè caldo e di generi di conforto. L'attività nel corso
della mattinata si è conclusa verso le 12:30 per la pausa panino, per poi
riprendere verso l'una e mezza in 20 m con l'attività in telegrafia. Attorno
alle 14:30 il primo americano collegato, e purtroppo anche l'ultimo per gli
scarsi segnali provenienti da ovest. Le nostre attività si sono concluse verso
le 15:30 in considerazione del fatto che per raggiungere la macchina
parcheggiata termine di Cadore avremo sicuramente impiegato almeno due ore, Ed
era il caso di immettersi e di percorrere i sentiero in discesa prima del buio.
La giornata si è conclusa comunque positivamente con l'acquisizione di circa una ottantina di QSO.
Descrizione generale della Riserva:
Aspetti forestali La Riserva della val Tovanella è
caratterizzata da boschi di Abete rosso, Abete bianco e Faggio comune; in
basso, nelle esposizioni a sud, sono presenti relitti di formazioni di Quercia
rovere, Frassino da manna e Acero campestre.
Aspetti floristici Per quanto riguarda la flora la faggeta
presenta specie tipiche come Elleboro profumato, Uva di Volpe, Elleborine
violacea, Erba lucciola bianca, Carice argentina, Caglio bianco e Nido
d’uccello. Lungo i pendii soleggiati che risalgono le vallette possiamo trovare
Forasacco eretto, Cinquefoglia penzola, Ranno spaccasassi, Vedovelle celesti o
Astro falsa pratolina. La vegetazione alpina e quella delle rupi e dei ghiaioni
presentano numerose specie rare o endemiche come Citiso purpureo,
Festuca alpestre, Ginestra stellata, Sassifraga di Host e
Aquilegia di Einsele.
Aspetti faunistici Per quanto riguarda la fauna tra gli
anfibi si segnala la presenza dell’Ululone dal ventre giallo e tra i rettili
quella della Vipera dal corno. Tra gli uccelli sono presenti il Francolino di
monte, il Fagiano di monte, il
Gallo cedrone, la Coturnice, l’Aquila reale, il Gheppio, il
Picchio nero, il Picchio cenerino. Tra i mammiferi sono da segnalare il
Camoscio, il Capriolo, il Cervo, la Volpe, la Martora e la Lepre alpina. E'
stato avvistato anche l’Orso.
Aspetti geologici La valle ha una morfologia tormentata, con
pendenze tra il 60% e il 10%, solcata da canaloni impervi con formazione di
grandi colate detritiche ai piedi dei versanti rocciosi. Le pendici a fondovalle
accrescono la loro inclinazione fino a diventare strapiombanti e il corso di
numerosi affluenti segna con parecchie incisioni la valle. Il tratto terminale,
prima della confluenza con il Piave, per circa due chilometri, è costituito da
una ripida forra dalle pareti verticali.
Aspetti storico-culturali Le pendici della valle sono oggi
ampiamente ammantate da boschi, pur essendo state, in passato, spogliate del
meglio del loro rivestimento vegetale, soprattutto durante e dopo l’ultimo
conflitto mondiale. Antichi documenti testimoniano, comunque, che fin dal XV
secolo si accesero dispute tra Cadorini e Bellunesi a proposito della proprietà
e del diritto di sfruttamento di questi boschi.
Con l’acquisto della Val Tovanella da parte dello Stato
(1968) l’Amministrazione Forestale pose definitivamente fine ad ogni forma di
utilizzazione boschiva proponendosi, come programma di gestione, il ritorno per
vie naturali ad una situazione il più possibile vicina a quella di un tempo.
Oggi, dopo mezzo secolo di assoluto riposo, il bosco che ricopre gran parte
della Val Tovanella inizia ad assumere una connotazione che si avvicina molto
al concetto di “Riserva” con alcuni alberi vecchi al suolo, ed altri schianti,
sempre isolati o a piccoli gruppi; i boschi sono stati volutamente lasciati
all’evoluzione naturale anche per favorire il recupero di fertilità dei suoli,
a suo tempo certamente penalizzati dagli eccessivi prelievi di materiale
legnoso.
Attualmente è praticamente scomparsa in Val Tovanella quella
fitta rete di sentieri che nel secolo scorso era stata costituita per lo
sfruttamento del bosco e delle aree di pascolo, pur limitate, ancor’oggi
riconoscibili per la presenza di ruderi, resti di teleferiche e radure
residuali.
La Val Tovanella si presenta oggi come un’area wilderness,
poco frequentata dagli escursionisti per le difficoltà di accesso e per la sua
conformazione orografica, ma di grande interesse naturalistico e scientifico
sia per gli habitat forestali che per le specie della fauna presenti. Basterà
ricordare che proprio qui è avvenuto, nel 1995, il primo avvistamento dell’
Orso sul versante italiano delle Alpi; a questo sono seguiti, nel 1998 e 1999,
ulteriori avvistamenti del Plantigrado nella limitrofa Val di Zoldo. Anche la
presenza della Lince in Val Tovanella è stata evidenziata dal ritovamento di
ungulati con gli inconfondibili segni della predazione da parte di questo
Felide.