IQ3DQ/P DRI-VE005
Il rifugio Baion, adagiato su un ampio spazio prativo sul Col
de San Piero alle falde sud orientali del Monte Chastelin, e’ stato ricavato dall’adattamento
a malga per iniziativa della sezione di Domegge
di Cadore del club alpino italiano. È trasformato da casera di malga Baion a Rifugio nel 1971. Il
Rigugio e’ punto di riferimento di importanti escursioni verso il gruppo delle
Marmarole. Avendo la scorsa settimana già percorso il sentiero 272 per
raggiungere il Rifugio Ciareido, avevamo chiari i tempi il tempo necessario per
allungare il percorso fino al Baion. La partenza e’ stata anticipata alle 6.00
da Longarone e dopo aver recuperato IK3HHV Enrico ci siamo diretti fino al
pianoro di Pian dei Boi dove abbiamo lasciato la macchina e preso il sentiero.
Percorso molto suggestivo soprattutto percorso all’alba. Temperatura esterna
tendente allo zero da percorrere un tratto di circa 4 Km con dislivello di 200
metri, non impegnativo. L’unica vera difficoltà il peso degli zaini per il
tanto materiale portato a seguito, per le prove con le due verticali in test.
In questa occasione abbiamo utilizzato anche lo strumento della Rigexpert.
Arrivati al Rifugio verso le 8,30 e ottenuto dai gestori l’utilizzo di una
panca esterna per le nostre attività, abbiamo
sistemato le attrezzature e issato il dipolo A404 della Spiderbeam. Questo
dipolo assimetrico e’ molto leggero, pesa 435 gr, compreso il balun e 12 metri
di cavo coassiale di discesa, lungo 21
metri, copre 8 bande dai 40 ai 6 metri. Unico punto debole, la rigidità del filo in prossimità della
giunzione sul balun ne provoca il logoramento della guaina esterna. Per ovviare
a questo inconveniente abbiamo protetto il coassiale sui punti più critici e
vulcanizzato il tutto con della colla a caldo. Prossimamente utilizzeremo le
stesse componenti per realizzare una nostra antenna. Terminata l’installazione
del dipolo, sono iniziati i primi collegamenti in HF in 40 con la banda molto
utilizzata per il Contest. Enrico e Renzo occupati a sistemare le due verticali
per il test sui 20 metri. Con un commutatore a due posizioni poi avremmo cercato
di verificarne la risposta in frequenza. L’attività radio e’ proseguita per
tutto il giorno alternando la presenza nei modi CW e SSB a seconda delle
condizioni della frequenza. I segnali comunque erano abbastanza forti e le
difficoltà in fonia le abbiamo avute prevalentemente da rumori delle stazioni
adiacenti. Durante l’attività e nel corso delle nostre chiamate la risposta di
un collega della zona 0 che avevamo già collegato IK0J… e che nonostante i diversi tentativi di capire il
call completo non siamo riusciti a completare. Lo metteremo comunque a log
consapevoli che non daremo ne prenderemo punti per questo collegamento, ma che
c’è la mettiamo tutta per prendere tutti i call anche in condizioni veramente
difficili. Quando si opera dall’esterno in condizioni disagiate al freddo,
magari coricati a terra, in presenza di vento, diventa tutto più complicato.
Per il collega che ci ha collegato e si riconosce in questo testo la richiesta
di mettersi in contatto : ik3svt@gmail.com.
Terminata l’installazione delle due verticali portate a
taratura con lo strumento abbiamo iniziato le prove anche in 20 metri,
esclusivamente in CW considerata anche qui la presenza del contest in fonia. La
prova si e’ conclusa con una superiorità dell’antenna verticale realizzata
utilizzando una bobina autocostruita con due prese e una asta telescopica della
MFJ rispetto ad una con balun 4:1 e filo verticale retta su una canna da pesca.
Per la prossima uscita utilizzeremo la migliore soluzione privata oggi con una
ottimizzazione del supporto. Le
Foto che alleghiamo forse spiegano meglio i nostri
tentativi. Durante la settimana abbiamo cercato altre soluzioni osservando i
sistemi utilizzati da IK2LEY come migliore riferimento.
Dopo la pausa pranzo abbiamo ripreso l’attività
approfittando degli spazi lasciati dai colleghi e messo a log a fondo giornata ….
QSO. Terminato