IQ3DQ/P POTA I-0664 - IQ3DQ - Dolomites Contest Team

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IQ3DQ/P POTA I-0664
Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi venne istituito ufficialmente nel 1990, ma è operativo pienamente dal 1993, quando venne nominato l’ente Parco gestore. Il parco, patrimonio UNESCO dal 2009, è incluso nella sezione "Pale di San Martino - San Lucano - Dolomiti Bellunesi - Vette Feltrine" del sito delle Dolomiti e interessa 15 comuni: Belluno, Cesiomaggiore, Feltre, Gosaldo, La Valle Agordina, Longarone, Pedavena, Ponte nelle Alpi, Rivamonte, San Gregorio nelle Alpi, Santa Giustina, Sedico, Sospirolo, Sovramonte, Val di Zoldo.
Con una superficie di 15.030,22 ettari, interamente compresa nella provincia di Belluno, tra i fiumi Cismon ad ovest e Piave ad est, esteso a nord verso il bacino del Maè e a sud nel basso Agordino, si sviluppa tra una quota minima di 412 m ed una massima di 2.565 m.
Tra i gruppi montuosi, troviamo le Alpi Feltrine (Vette di Feltre, Cimonega, Pizzocco, Brendol, Agnelezze), i Monti del Sole, la Schiara, la Talvéna, il Prampèr e lo Spiz di Mezzodì.
La flora
La caratteristica principale che lo contraddistingue è la grande varietà di ambienti: dagli ambiti ripariali di fondo valle alle pareti rocciose di alta quota, passando attraverso boschi di latifoglie, foreste di conifere, arbusteti d'alta quota, praterie e macereti. Una delle principali motivazioni scientifiche della nascita del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è la grande ricchezza e rarità della sua flora. Fin dal 1700 le Vette di Feltre, e anche il M. Serva, furono visitate da alcuni tra i maggiori botanici del tempo. All’interno del parco si possono ammirare stupendi rododendri, cardi e stelle alpine.
La fauna
Grazie alla vastità territoriale che consente a numerose specie animali di trovare il proprio habitat all'interno dell'area, sono presenti ben 115 specie di uccelli, 20 specie di anfibi e rettili presenti, oltre 3.000 camosci, più di 2.000 caprioli, quasi 100 specie di farfalle diurne e circa 50 specie di coleotteri carabidi.
Cosa vedere al Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Fra le attrazioni principali: gli alpeggi delle Vette Grandi e Monsampiano, la Piazza del Diavolo, il lago della Stua e la Val Canzòi, il lago e la Val del Mis con i Cadini del Brenton, il Bus de le Nèole, la Val di Piero e la Val Vescovà, la Foresta di Caiàda, la Val del Grìsol e, fra le vette più caratteristiche, l'obelisco, visibile anche da Belluno, della Gusèla del Vescovà.
Nel cuore del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, a cavallo tra i comuni bellunesi di Gosaldo in Agordino e Sospirolo in Valbelluna, si trova l'incantevole Valle del Mis con l’omonimo lago. Qui in prossimità dell’area di sosta del sentiero Natura Val Falcina abbiamo intrapreso la nostra attività radio per il Programma POTA inverno 2022.
Di origine artificiale, il Lago del Mis si colloca in uno scenario naturale di rara bellezza incastonato tra i Monti del Sole e le Vette Feltrine. Meta frequentata in ogni stagione per le escursioni, l’attrezzata area sosta per camper con servizi, l’area pic-nic e la spiaggia, dove prendere il sole nelle giornate più calde o semplicemente rilassarsi. Vicino al parco si trova anche un parco giochi.
Il lago del Mis è conosciuto soprattutto per i Cadini del Brenton, pozze d’acqua dal colore verde smeraldo plasmate dall’azione erosiva, e la Cascata della Soffia. Quest’ultima è raggiungibile tramite un percorso ben segnalato che parte vicino al bar della Soffia.
Arrivati all’area di Val Falcina, deserta in questo periodo, e dopo aver interpellato la cooperativa di gestione per avere conferma sulla possibilità di accedere alla parte in riva al lago ( 500 metri s.l.m. ) ; ci siamo posizionati in prossimità delle rive del lago, consapevoli di non essere in una posizione strategica rispetto alle possibili migliori aperture che avremmo avuto, raggiungendo le vette attorno, decisamente più elevate del Monte Vedana ( 1324m ) del Monte Pizzet (1601 m ) o del Monte Sperone alle nostre spalle ( 1262 m ).  Ma si sa d’inverno l’accessibilità alle vette diventa molto più complicata e in questo caso diremo proprio inaccessibili per l’asprezza di queste valli.  Purtroppo la posizione del lago non viene favorita nemmeno dall’irraggiamento solare per la sua posizione a fondovalle determinata dalla sua natura di lago artificiale.
Per l’attivazione della giornata, oggi programmata in due ( IK3SVT e IK3HHV ) abbiamo previsto il setup completo delle antenne; quindi dipolo multibanda Spiderbeam, sistemato sull’omonimo palo da 8 metri ( 70 cm chiuso che è un bel dire ) e la verticale per i 20 metri ( bobina+stilo ) con un numero sufficiente di radiali. RTX solito Elecraft KX3, tasto e microfono. Arrivati al lago alle 8,30 percorrendo la vecchia strada provinciale e raggiunta la posizione programmata,  ci siamo sistemati a bordo lago in prossimità delle panche destinate al picnic estivo. Temperatura -3 gradi, fortunatamente assenza di vento, comunque niente sole ( fino a mezzogiorno ). Sistemato il dipolo sul palo, e fissato al terreno il blocco metallico di sostegno il montaggio del dipolo è stato veloce. Dopo di chè abbiamo deciso di sistemare subito la verticale per i 20 metri e di tarare lo stilo per l’attività in 20 metri nella parte telegrafica. Risultato SWL 1:1,3 molto buono. Naturalmente abbiamo steso un discreto numero di radiali a terra. Posizionati sulla panca abbiamo iniziato l’attività in 40 metri fonia e successivamente telegrafia. Dopo un’ oretta avevamo già collezionato una trentina di qso. Buona la copertura telefonica per cui è stato possibile mettere gli spot su Telegram.  Alcuni qso li abbiamo fatti in 30 metri con passaggi in 20 metri per verificare l’apertura, oggi non particolarmente buona in 20 metri. Collegati diverse stazioni in nord europa, ma di americani nemmeno l’ombra. Verifiche continue su RBN per verificarne l’apertura in occasione dell’apertura nella grey zone. Comunque a parte la difficoltà legata all’ambiente e la mancanza di sole per quasi l’intera nostra permanenza, abbiamo chiuso questa prima attività del fine settimana per i POTA Winter 2022 con un’ottantina di QSO. Resta il dubbio di cosa avremmo potuto fare se fossimo stati operativi ad una quota più elevata.
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